Petillia e il Satiro 

a love story & music

Petillia and the Satyr 

 

SYNOPSIS


Three Nymphs give life to TRINACRIA, a rich and fragrant land, where Aphrodite enchants Anchises on Pantelleria Island; the Priestesses of love fascinate the Trojans in Erice; the Sirens bewitch the dancing Satyrs. Petillia, a girl from Drepano, falls in love with a Dancing Satyr, who has fled Mozia, to escape Baal. They go to Marsala, to the Sibilla and then to invoke the help of the Gods of Selinon. They will be blessed by Hera, Apollo and Dionysius, who asks for Petillia's virginity for her father Zeus. During the feast of San Vito, the two lovers let themselves be carried away by desire and flee to Segesta, where they find the protection of Artemis. During a bloody battle the Satyr dies. Poseidon transforms their bodies into two identical and close rocks: the “Cave of Lovers” of Favignana island. 

history 

Petillia and the Satyr
A Sicilian girl falls in love with the dancing satyr and must face the GODS to crown her love. A mix between legend and reality. Read the story  

Inspired by Real Events 


La storia
Petillia e il Satito
Una ragazza siciliana si innamora del satiro danzante e deve affrontare gli DEI per coronare il suo amore. Un mix tra leggenda e realtà.  Leggi il soggetto qui sotto o la sceneggiatura
Ispirato a eventi reali

 

Soggetto 

 

Mentre il mare si veste delle luci dell’arcobaleno tre Ninfe gettano con la grazia di una cerimonia danzante, ricchezze raccolte nelle parti più fertili del globo, pugni di terra, fiori e frutti, dando vita alle tre punte della TRINACRIA. 

In una delle isole vicine, chiamata Pantelleria, Afrodite, Dea dell’amore, si specchia nel lago dell’amore. Spogliatasi dell’abito, la meravigliosa Dea, con grazia, dà inizio al lavaggio del suo corpo. In quella passa la nave di Anchise, l’equipaggio la vede, rimanendo incantato dall’inebriante profumo. 

Un’imminente tempesta travolge la nave, costringendo Anchise ad attraccare a Drepano, città sulla punta estrema della Trinacria. I Troiani sbarcano in una Terra allegra, ricca di frutta e doni del mare. Tra i mille aromi, Anchise ed i suoi uomini rimangono però attratti da uno particolarmente irresistibile. Ingordi ed eccitati corrono seguendo la vetta di Erice attirati, come impazziti dall’odore dell’amore. Una bellissima giovane siciliana, Petillia, li segue incuriosita. 

Raggiungono la sommità della montagna, avvolta d’ignota foschia, e, protetto da una cinta fortificata, arrivano al Tempio di Afrodite, dove ad attenderli vi sono le peccaminose Sacerdotesse dell’amore, che si prodigano in una danza estasiante. 

Petillia, nascosta, assiste ansiosa alla cerimonia. 

Affascinata, chiede alla Dea Afrodite di essere iniziata al sacerdozio dell’amore. La Dea le ordina prima la commissione di andare a Marsala e portale in dono del vino e delle uve bianche e zuccherine. “Segui il profumo del vino”, suggerisce. 

Una nave con il Satiro Danzante come polena, arriva nei pressi delle Isole Egadi, e, vicino a Favignana, il suo equipaggio rimane frastornato dal canto e dalla danza subliminale della Maga Circe e le Sirene Ammalianti. 

La Nave dei Satiri, s’incaglia e naufraga. Nuotando affannosamente, riescono ad arrivare a Mozia, salvandosi. Purtroppo, nell’isoletta li attende un crudele destino e diventano prigionieri dei Sacerdoti del Sacrificio per essere donati al Dio fenicio Baal. Mentre uno dei Satiri viene bruciato sull’altare con il Tophet, gli altri riescono a fuggire dal mare generando l’ira di Baal. 

Arrivati a Mazara, incontrano sorrisi ed allegria, onorano così la loro fortuna, festeggiando con la danza orgiastica. In quella arriva anche la curiosa Petillia, con la sua botte di vino e la cesta piena d’uva. 

Petillia e un Satiro si vedono e s’innamorano. 

Ma Baal, infuriato irrompe alla festa, uccidendo i satiri. Petillia, riesce a nascondere il Satiro amato sotto il suo mantello e fugge verso Marsala. 

A Marsala i due innamorati, raggiungono la Grotta della Sibilla, per abbeverarsi e chiedere fortuna e felicità. 

La Maga Sibilla, presagisce che, per coronare il loro amore devono invocare l’aiuto degli Dei di Selinon, “Seguite il profumo di prezzemolo selvatico e troverete la collina degli Dei” dice loro. 

Fiduciosi si avviano verso Selinunte, scoprendo una città ricca e potente, edificata di magnifici templi e sacre costruzioni.

Vanno al “Tempio E”, da Hera, protettrice delle nozze, dei fidanzati e delle donne incinte. 

Hera li benedice e spiega loro che devono essere benedetti anche dagli atri Dei. 

Vanno allora al “Tempio C” di Apollo, Dio del Sole, protettore di malati, infermi, dove in ingresso è posta la testa di Medusa, sostenitrice dei marinai. Anche Apollo offre la sua benedizione e li manda dagli altri. 

I due entrano nel colossale “Tempio G”, di Zeus; Dio del Cielo e della pioggia. 

In quella entra allegramente Dioniso, Dio del vino e della gioia. 

Dioniso, per compiacere al grande Zeus e, sempre voglioso di festeggiamenti, propone di donare grazia ai due innamorati in cambio della verginità di Petillia, da offrire al padre Zeus, durante il propizio festino di San Vito. 

“Fatevi trovare a San Vito! Seguite il profumo del cuscus", dice Zeus in senso d’approvazione. 

Tra rulli di tamburi, cibi, vini, la tarantella della Cuntignusa trasporta tutti in una confusa allegria. Circondati da uno splendido ed incantevole mare, gli innamorati si lasciano trasportare anch’essi dal ballo di San Vito. Caduti in trance si appartano e si abbandonano incoscienti alle gioie dell’amore, generando l’ira rabbiosa di Dioniso che giura severo castigo. 

Ormai abbandonati a loro stessi, i due fuggono per cercare rifugio a Segesta, eterna nemica di Selinunte. 

Nella notte, accompagnati dalle luci di luna e stelle, esplode nella sua magnificenza il Tempio di Segesta, regalando una visione degna di mistica contemplazione. 

Incantati, Petillia e il Satiro vengono ospitati nella magnifica Segesta, accolti da un’esuberante Artemide, Dea della caccia. Altissima e belligerante li dichiara sotto la sua protezione. Le Devote di Artemide onorano gli ospiti di profumi, unguenti e vino sacro. Tra incensi, carezze e massaggi i due si lasciano trasportare dal riposo mentre intorno a loro, c’è un banchetto composto di uomini dalle molte razze, ancelle, e Menadi, che si alleviano di gustoso vino. 

La beatitudine viene interrotta bruscamente dalla forza irruente di Dioniso e Ball, che uniti aggrediscono Artemide e le sue seguaci. 

Una danza di lotta aggressiva e violenta irrompe. Le devote guerriere combattono aggressive, i due Dei, impetuosi e nervosi lanciano razzi di luce infuocata dai loro bastoni. Artemide resiste, ma il Satiro, incapace dell’arte della lotta, viene colpito e cade al suolo morente. Gli Dei soddisfatti se ne vanno e Petillia lo prende tra le braccia disperata. 

Inconsolabile, piange il suo lamento dinnanzi alla laguna di Mozia. Affianco a lei il corpo inerte del Satiro amato, pronto per essere regalato al destino del mare. Infelice e sola, d’un tratto emerge possente dal mare POSEIDONE, i suoi cavalli, le sue sirene. 

“Tormentata Petillia, sei amareggiata per la morte del tuo amato, posso fare qualcosa per farti tornare letizia? Chiede. “Non c’è più speranza per me. Vorrei solo rimanere accanto al mio amato per sempre”. “Se ciò è tuo desiderio, io ho il potere di esaudirlo nel Regno dei Mari. E così sia!” dice Poseidone. 

Un immenso ed improvviso bagliore brillante proveniente dalla “Via del Sale” riflette dall’acqua, donando spettacolare visione delle distese bianche, brillanti come diamanti, coronate del canto del vento e della pace. Accompagnate da pacifici aironi e fenicotteri rosa, le tre Ninfe giungono vicino Petillia, prendono lei per mano e il satiro tra le braccia, portandoli verso il mare. 

Petillia ed il Satiro vengono lasciati sulla costa dell’isola delle sirene che li proteggeranno per sempre. Il Dio del Mare trasforma i loro corpi in solide e indistruttibili pietre, formando due rocce identiche e vicine poste come segno divino dell’amore eterno. 

Quella grotta sarà chiamata in loro onore “La Grotta degli Innamorati” di Favignana. 

Subject

 

While the sea is dressed in the lights of the rainbow, three Nymphs throw, with the grace of a dancing ceremony, riches collected in the most fertile parts of the globe, handfuls of earth, flowers and fruits, giving life to the three points of the TRINACRIA.

On one of the nearby islands, called Pantelleria, Aphrodite, Goddess of love, is reflected in the lake of love. Stripped of the dress, the wonderful Goddess, with grace, begins the washing of her body. The ship of Anchises, passes close by the crew watches, captived by the intoxicating scent.

An imminent storm overwhelms the ship, forcing Anchises to dock at Drepano, a city on the extreme tip of Trinacria. The Trojans arrive in a happy land, full of fruit and gifts from the sea. Among the thousand aromas, Anchises and his men are however attracted by one particularly irresistible scent. Greedy and excited, they run following the peak of Erice attracted, crazy by the smell of love. A beautiful young Sicilian, Petillia, follows them curiously.

They reach the summit of the mountain, shrouded in an unknown mist, and, protected by a fortified wall, they arrive at the Temple of Aphrodite, where the sinful Priestesses of love await them, who do their utmost in an entrancing dance.

Petillia, hidden, anxiously watches the ceremony.

Fascinated, she asks the Goddess Aphrodite to be initiated into the priesthood of love. The Goddess first orders her commission to go to Marsala and bring her as a gift of good wine and white sugary grapes. “Follow the scent of the wine,” She suggests.

A ship with the Dancing Satyr as a figurehead arrives near the Egadi Islands, and, near Favignana, its crew is enchanted by the song and seductive dance of the sorceress Circe and the bewitching sirens.

The Ship of Satyrs runs aground and is shipwrecked. Swimming frantically, they manage to get to Mozia, saving themselves. Unfortunately, a cruel fate awaits them on the islet and they become prisoners of the Priests of Sacrifice to be given to the Phoenician god Baal. While one of the Satyrs is burned on the altar with the Tophet, the others manage to escape from the sea, invoking the wrath of Baal.

Once in Mazara, they are greeted by smiles and joy, honoring their fortune, celebrating with orgiastic dance. The curious Petillia also arrives, with her barrel of wine and basket full of grapes.

Petillia and a Satyr meet and fall in love.

But Baal, enraged, bursts into the party, killing the satyrs. Petillia manages to hide the beloved Satyr under her cloak and flees towards Marsala.

In Marsala the two lovers reach the Sybil's Cave to drink and ask for luck and happiness.

The sorceress Sibilla foresees that, to crown their love, they must invoke the help of the Gods of Selinon, "Follow the scent of wild parsley and you will find the hill of the Gods" she tells them.

Confident they set off towards Selinunte, discovering a rich and powerful city, built with magnificent temples and sacred buildings.

They go to "Temple E", to Hera, patroness of weddings, boyfriends and pregnant women.

Hera blesses them and explains to them that they must also be blessed by the other Gods.

They then go to the "Temple C" of Apollo, God of the Sun, protector of the sick, infirm, where the head of Medusa, supporter of sailors, is placed at the entrance. Apollo also offers his blessing and sends them to the others.

The two enter the colossal "Temple G", of Zeus; God of Sky and rain.

Dionysus, God of wine and joy enters it cheerfully.

Dionysus, to please the great Zeus and, always eager for celebrations, proposes to give grace to the two lovers in exchange for the virginity of Petillia, to offer to his father Zeus, during the propitious feast of San Vito.

“Let yourself be found in San Vito! Follow the scent of the couscous,” says Zeus approvingly.

Among drum rolls, foods, wines, the tarantella of the Cuntigusa transports everyone in a confused joy. Surrounded by a splendid and enchanting sea, the lovers let themselves be carried away by the dance of San Vito. Fallen into a trance, they withdraw and unconsciously abandon themselves to the joys of love, generating the angry wrath of Dionysus who swears severe punishment.

Now left to their own devices, the two flee to seek refuge in Segesta, the eternal enemy of Selinunte.

In the night, accompanied by the lights of the moon and stars, the Temple of Segesta glows in its magnificence, offering a vision worthy of mystical contemplation.

Enchanted, Petillia and the Satyr are hosted in the magnificent Segesta, welcomed by an exuberant Artemis, goddess of hunting. Very tall and belligerent, she declares them under her protection. The Devotees of Artemis honor guests with perfumes, ointments and sacred wine. Between incense, caresses and massages, the two let themselves be carried away by rest while around them, there is a banquet made up of men of many races, handmaids, and Maenads, who relieve themselves of tasty wine.

 

The bliss is abruptly interrupted by the impetuous force of Dionysus and Baal, who together attack Artemis and her followers.

An aggressive and violent fight dance erupts. The devout warriors fight aggressively, the two Gods, impetuous and nervous launch rockets of flaming light from their sticks. Artemis resists, but the Satyr, incapable of the art of fighting, is hit and falls to the ground dying. The satisfied Gods leave and Petillia takes him in her arms in despair.

Inconsolable, she weeps her lament in front of the lagoon of Mozia. Next to her, the motionless body of the beloved Satyr, ready to be donated to the fate of the sea. As she sits unhappy and alone, POSEIDON suddenly emerges powerful from the sea, his horses, his sirens.

“Tormented Petillia, you are saddened by the death of your beloved, can I do something to make you happy again? he asks. “There is no more hope for me. I just want to stay next to my loved one forever." “If that is your wish, I have the power to grant it in the Realm of the Seas. And so be it!" says Poseidon.

An immense and sudden brilliant glow coming from the "Via del Sale" reflects upon the water, displaying spectacular images of the white expanses, brilliant as diamonds, crowned with the song of the wind and peace. Accompanied by peaceful herons and pink flamingos, the three nymphs arrive near Petillia, take her by the hand and the satyr in their arms, leading them towards the sea.

Petillia and the Satyr are left on the coast of the island by the sirens who will protect them forever. The God of the Sea transforms their bodies into solid and indestructible stones, forming two identical and close rocks placed as a divine sign of eternal love.

That cave will be named "The cave of Lovers" of Favignana in their honor.